Trasporti marittimi, Esposito: Antitrust, Caldoro e Vetrella convochino subito tavolo con sindacati, armatori e Anci per rassicurare su futuro dei lavoratori e dei servizi
“Siamo fortemente preoccupati per le sorti del settore dei trasporti marittimi: è necessario che il presidente Caldoro e l’assessore Vetrella convochino subito un tavolo tecnico con i sindacati, gli armatori, l’Anci e le altre parti sociali”. Ad affermarlo è il segretario confederale della Fit Cisl Campania, Giuseppe Esposito, intervenendo sulla questione delle sanzioni comminate dall’Antitrust agli armatori napoletani.
“Abbiamo sempre preso le distanze dalle operazioni di cartello e quando ne abbiamo avuto sentore non abbiamo esitato a denunciarle. Tuttavia – aggiunge Esposito – dobbiamo comprendere per quanta parte è responsabile la politica, ovvero se le contestazioni dell’Antitrust sono dovute alla volontà degli armatori di arricchirsi oltre misura o se derivano da un percorso di autodifesa messo in campo per razionalizzare i costi di gestione. La vicenda non è affatto chiara, come assolutamente opaca resta la questione dell’affidamento della Caremar. Emerge con assoluta chiarezza che ancora oggi, a distanza di oltre 10 anni, nel settore dei trasporti marittimi locali non si registra nessun passo in avanti, non solo nell’organizzazione e nella gestione dei collegamenti marittimi, ma anche nella qualità dei servizi resi all’utenza”.
“Il problema sollevato dall’Autorità per la concorrenza – spiega Esposito – è molto più serio e preoccupante di quanto appaia e non può essere confinato a un conflitto tra organo di vigilanza ed armatori. Va evitato qualsiasi rischio per gli oltre 1.000 posti di lavoro impiegati e qualsiasi danno per gli oltre 135 mila utenti dell’area metropolitana che utilizzano i mezzi marittimi per collegarsi alla terraferma. Se le censure dell’Antitrust dovessero trovare conferma con l’applicazione delle sanzioni già contestate agli armatori – conclude l’esponente della Cisl – potrebbe profilarsi il rischio che talune realtà imprenditoriali che operano su questo segmento di mercato possano ridimensionarsi o addirittura chiudere i battenti, con un contraccolpo enorme per la collettività e soprattutto per quell’utenza che resterebbe senza garanzie di servizi”.