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Corriere del Mezzogiorno – Sos Conateco, intervenga Renzi o toccherà alla magistratura

L’intervento di Lina Lucci

Quella della Conateco è una vertenza simbolo: 360 lavoratori diretti, oltre 5mila occupati nell’indotto, una posizione aziendale indifendibile e un atteggiamento di istituzioni, politica, classe dirigente, disattento, irresponsabile, mediocre. I fatti: per il reiterato mancato pagamento dei canoni concessori, dal 2005 la Conateco ha chiesto all’Autorità Portuale di Napoli piani di rateizzo che poi ha puntualmente disatteso. Mancato versamento di oneri contributivi per circa 17 milioni di euro, appropriazione del quinto dagli stipendi, mancata applicazione della polizza sanitaria per circa 20 mesi sono poi solo alcune delle gravissime inadempienze commesse ai danni dei lavoratori. Intanto il bilancio 2014 chiude con una perdita di oltre 1o milioni di euro ed evidenzia un indebitamento complessivo di oltre 56 milioni di euro. Ma il dato più inquietante sta nei 9,5 milioni di euro di un contratto di programma (una entrata certa in bilancio) riconosciuto alla Conateco a fronte di un incremento occupazionale, laddove la stessa azienda, a distanza di un anno, chiede 101 licenziamenti! Un contratto di programma che ministero dello Sviluppo e Regione dovrebbero rivedere, non fosse altro perchè alcune delle aziende beneficiarle sono uscite dalla compagine, mentre ad altre è stata revocata la concessione da parte dell’Autorità Portuale. Un contratto di programma che la Cisl, da sola, ha denunciato alla Corte dei Conti come sperpero di risorse pubbliche. Dinanzi a questo quadro a tinte fosche Comune di Napoli (ad eccezione dell’unico intervento dell’assessore Panini), Regione, Autorità Portuale, ministero del Lavoro, ministero delle Infrastrutture si rimpallano solo le responsabilità. Non uno che, per verificare lo stato di crisi, abbiaalmeno chiesto alla Conateco i bilanci degli ultimi 3 anni ed un piano industriale. Nessuno che, per verificare la reale regolarità contributiva, sia andato oltre una formale richiesta all’Inps. Eppure l’ad dell’azienda, secondo quanto riportato dai media, è stato rinviato a giudizio per truffa, tra gli altri reati, a danno dell’Amministrazione e della collettività. Per tutte queste ragioni la vertenza Conateco è altamente simbolica e impone una domanda di fondo: quale modello di sviluppo intendiamo sostenere? La Cisl e le sue categorie hanno affrontato crisi industriali drammatiche ovunque. Abbiamo dimostrato responsabilmente di avere il coraggio e la forza di chiedere ai lavoratori pesanti rinunce, maggiore produttività e grande flessibilità nell’organizzazione del lavoro pur di salvare posti di lavoro e tenere qui produzioni e servizi. Lo abbiamo fatto in presenza di chiarezza e di trasparenza, di piani industriali credibili, di transazioni esigibili. Non è così per ora per Conateco. Che non è un caso isolato. Per questo si impone un intervento del presidente del Consiglio. Renzi su Napoli si gioca la partita del cuore, può fare il goal del 90° e passare alla storia. Altrimenti, alla luce di quanto sta accadendo, non resta che auspicare, ahimè, un ulteriore intervento della magistratura.

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