Lettere della Segreteria

Lettera al Ministro Saccomanni – Vertenza Commercio e Finanza Leasing e Factoring SpA

Al Ministro dell’Economia e delle Finanze
Dott. Fabrizio Saccomanni
p.c. Al Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze
On. Stefano Fassina
Al Sottosegretario di Stato
al Ministero dell’Economia e delle Finanze
On. Pier Paolo Baretta
Ai Commissari straordinari CFLF
Prof. Bruno Inzitari
Dott. Giovanni Capitanio
Al Coordinatore della Cabina di Regia
per la gestione delle crisi e lo sviluppo
della Regione Campania
Avv. Severino Nappi

Napoli, 14 novembre 2013

Oggetto: Vertenza Commercio e Finanza Leasing e Factoring SpA

Egregio Ministro,
Le scriviamo per rappresentarLe la nostra preoccupazione per i risvolti che sta assumendo la vertenza della società Commercio e Finanza Leasing e Factoring, coinvolta nelle vicende che, come a Lei noto, hanno portato allo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo della Cassa di Risparmio di Ferrara ed alla sottoposizione della stessa
ad amministrazione straordinaria ex art. 70, comma 1, lett. a) e b) e art. 98 del Testo Unico bancario, a seguito delle risultanze negative degli accertamenti ispettivi della Vigilanza.
Riteniamo opportuno ricordarLe che CFLF, con sede a Napoli, nasce agli inizi degli anni ‘80 per iniziativa del Banco di Napoli e di Barclays. Successivamente nel 2002 approda alla Cassa di Risparmio di Ferrara, in cui rappresenta l’unica partecipata che nel corso degli anni e sino al 31  dicembre 2012 ha prodotto significativi utili (pari a circa 20 milioni € negli ultimi dieci anni),
trasferiti puntualmente alla capogruppo.
Fino a quando scelte discutibili dell’azionista di riferimento hanno portato alla instabilità della struttura economico-patrimoniale dell’intero Gruppo, con inevitabili riflessi negativi sulla partecipata Commercio e Finanza Spa, che oggi paga le conseguenze più gravi.
Infatti, con decreto n. 151 del 27/05/2013 il Ministero dell’Economia e delle Finanze, su proposta della Banca d’Italia, ha posto la Cassa di Risparmio di Ferrara in amministrazione straordinaria (così come già precedentemente accennato), con succedaneo avvio della procedura ai sensi degli artt. 20 e 21 del CCNL del 19/01/2012 (settore credito) e della procedura di licenziamento collettivo ai sensi della L. 223/91.
Tali azioni poste in essere dagli Organi Commissariali prevedono, tra l’altro, la riduzione dell’organico del Gruppo Cassa di Risparmio di Ferrara per complessive 295 unità, così ripartite:

  • 245 unità nell’ambito della Cassa di Risparmio di Ferrara (pari al 20% del totale dell’organico impiegato in Emilia-Romagna, che ad oggi conta circa 1.200 dipendenti);
  • 50 unità per Commercio e Finanza Spa, che ha sede a Napoli (che ad oggi presenta un organico di 62 dipendenti), con una riduzione drastica di circa l’80%.

Appare evidente la disparità di trattamento, innanzitutto in termini percentuali, nella gestione degli esuberi, così come non può sfuggire la logica che ha animato questa decisione, frutto della ormai consolidata consuetudine di certa imprenditoria di drenare risorse da aziende sane, fino a svuotarle.
La scelta – contestata dalle scriventi e dalle altre OO.SS. di Categoria per carenza di motivazione, per la mancata indicazione degli obiettivi che le imprese intenderebbero adottare e per l’assenza di un’analisi della situazione complessiva del Gruppo – è stata motivata dai Commissari con la circostanza che “Commercio e Finanza Leasing e Factoring SpA, pur non articolata in Filiali, evidenzia a maggio 2013 un grave squilibrio gestionale fra costi e ricavi; tale situazione è aggravata sia dalla sostanziale impossibilità di reperire il funding necessario all’attività sia dal deterioramento dei crediti, tanto più nel contesto della generale crisi del settore delle operazioni di leasing che impone soluzioni ed interventi, nessuno escluso, particolarmente rigorosi”, con la conseguenza che “si prevede un necessario drasticoridimensionamento della struttura organizzativa con riduzione di circa 50 posizioni lavorative (su 63 unità operative complessive) in considerazione dell’attuale operatività e delle prospettive della Società stessa”.
Per far fronte a tale situazione abbiamo sollecitato anche un confronto con il Coordinatore della Cabina di Regia per la gestione delle crisi e lo sviluppo della Regione Campania ed Assessore regionale al Lavoro, Avv. Severino Nappi, al fine di condividere un percorso che garantisca il mantenimento dei livelli occupazionali.
Proprio in quella occasione è emersa la deprecabile circostanza che i fondi di CFLF sarebbero stati distolti per finanziare attività del Gruppo dislocate al Nord Italia.

Grazie alle trattative sindacali avviate a seguito del succitato incontro siamo riusciti a scongiurare, almeno per il momento, l’attivazione del fondo emergenziale e ad allontanare temporaneamente la ventilata ipotesi di mobilità infragruppo (trasferimento in Emilia-Romagna dei dipendenti della partecipata) attraverso il ricorso allo strumento dei contratti di solidarietà ex L. 236/93 (a tal proposito Vi informiamo che sono in corso le opportune verifiche).
Tuttavia questo non significa aver demolito il “progetto” di depotenziamento della sede partenopea,
confermato dalla intenzione di mutare il mandato ad operare nel leasing e factoring in quello di
svolgere solo attività di recupero crediti.
Tale iniziativa, se condotta in porto, costituirebbe un “mandato a termine” che non darebbe di certo soluzione alla vertenza in atto, con grave pregiudizio per i 62 lavoratori coinvolti e le loro famiglie – che stanno vivendo enormi difficoltà di ordine economico e sociale – e per tutto il territorio campano, dove Commercio e Finanza rappresenta da anni un valido supporto all’imprenditoria ed al comparto sanitario (come testimoniato dal notevole profitto generato), in quanto unica realtà ad
operare nel settore del leasing e factoring.
Il rischio, che la Campania e tutto il Mezzogiorno non possono assolutamente correre, è di assistere all’ennesimo depauperamento effettuato ai danni delle regioni del Sud, in contrapposizione con le politiche di sviluppo e di rilancio dell’economia che questo Governo ha inteso adottare, valorizzando innanzitutto i comportamenti virtuosi e le eccellenze locali.
Per quanto sopra, chiediamo un Suo autorevole intervento volto a sanare questa evidente 
disparità di trattamento territoriale e per disinnescare il tentativo in atto di privare il Meridione della sola società di leasing presente, a vantaggio di altre realtà.
Allo stesso modo ci preme segnalare la condizione della SGA, altra eccellenza della Campania – riconosciuta in tutto il mondo finanziario – che rischia di essere a breve cancellata, mettendo in pericolo il futuro dei 73 dipendenti diretti e dei 10 co.co.co. che attualmente occupa.
SGA, costituita con l’intervento pubblico di cui alla Legge n. 588/1996 nell’ambito del piano di risanamento del Banco di Napoli SpA, nel 1997 ha acquistato un attivo patrimoniale di dubbio realizzo del valore di circa 13.000 miliardi di lire, rappresentato da oltre 36.000 posizioni debitorie.
Il pacchetto azionario della SGA (pari a 600 mila €) è stato ereditato dal nuovo Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo ma, in applicazione della summenzionata L. n. 588/1996 (cd. Legge Salvabanco), è gravato – come noto – dal diritto di pegno in favore del MEF (che esercita il diritto di voto in assemblea).
Nei sedici anni di attività SGA ha estinto circa 29.000 posizioni debitorie, recuperando oltre l’85% dei crediti a sofferenza.
Queste lodevoli performance porteranno in poco tempo al raggiungimento dell’oggetto sociale: l’ultimo piano industriale triennale consegnato da SGA alla Banca d’Italia prevede che il risultato sarà traguardato nel 2015.
Paradossalmente, ciò comporterà l’estinzione della società e con essa la cessazione dei rapporti di lavoro e di collaborazione in essere.
Lavoratori di comprovata professionalità, che grazie alle loro elevate competenze hanno contribuito alla realizzazione di recuperi difficilmente immaginabili all’atto dell’acquisto dell’attivo patrimoniale avvenuto nel 1997.
In attesa di operazioni straordinarie che possano consentire la prosecuzione dell’attività sociale, riteniamo indispensabile attivare immediatamente un tavolo di confronto per individuare tutte le possibili soluzioni utili al recupero delle produttività aziendali come SGA ed a salvaguardare i livelli occupazionali, condizioni che costituiscono il vero valore aggiunto per il territorio.
Si potrebbe ipotizzare, ad esempio, una integrazione in Intesa Sanpaolo oppure l’affiancamento della su richiamata Commercio e Finanza SpA per attività di servizio all’imprenditoria campana e del Mezzogiorno.

Certi della Sua attenzione e che non farà mancare il Suo sostegno, restiamo in attesa di un cortese
riscontro.

Cordiali saluti.

Il Segretario Generale FIBA CISL Campania ( Anna Borriello )
Il Segretario Generale CISL  Campania ( Lina Lucci )

La lettera in pdf; 

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