“Esprimiamo soddisfazione per l’annuncio da parte del governo dell’importante investimento, pari a centotrenta milioni di euro, che sarà messo in campo per l’aggiornamento tecnologico dei processi produttivi per i siti di Nola e Pomigliano – è quanto sostiene la Fim all’annuncio del Campus Aerotech – questo consentirà alla divisione, ed in particolare ai siti campani, di poter cogliere gli obiettivi di miglioramento di efficienza, qualità ed efficacia che da tempo chiedevamo e gran voce e che impediva a questa di essere redditizia, come ben sanno i lavoratori, che da anni vedono risultati negativi nella parte del premio di risultato legata agli indicatori economici.
Salutiamo con favore anche l’annuncio della costituzione del Campus Aerotech come incubatore di start up tecnologiche ed aeronautiche e lo sblocco del finanziamento pari ad un miliardo di euro della legge 808/85, che insiste e sostiene le aziende del settore.
Segnaliamo però come queste iniziative risultino estemporanee e assolutamente avulse da qualsiasi idea e progetto industriale per Leonardo e per tutto il settore che non è divisibile, dovendo registrare l’assenza di un progetto integrato del sistema paese a sostegno di queste aziende e un disinteresse totale sino ad oggi registrato (a volte condito da dichiarazioni “ostili” verso il settore), al netto di poche “visite guidate” in qualche sito, con dubbia efficacia sui risultati.
Serve che il Governo – prosegue il comunicato – espliciti come intende giocare la partita, già aperta, dell’industria europea della difesa, evitando di far penalizzare fortemente il nostro paese nei tavoli europei da accordi, come quello di Aquisgrana tra Germania e Francia, proprio in questo settore.
Serve capire come il Governo intenda sostenere anche gli investimenti negli altri ambiti del settore
come la l’elicotteristica, i velivoli, l’elettronica per la difesa, la cyber.
E’ necessario capire quali sono le strategie per lo spazio e la missilistica non solo nell’assegnazione dei ruoli di responsabilità, pur importanti, ma in un processo che parta dalla risposta ai bisogni del nostro paese, generando tecnologie da promuovere nel mercato globale.
Tutte queste produzioni infatti, oltre a garantire il livello di supremazia tecnologica della nostra industria, consentono ampi spazi di esportazione e quindi creazione di ricchezza per il paese e l’utilizzo dual use civile-militare della stragrande maggioranza delle tecnologie sviluppate e applicate.
Il Governo deve dire pertanto come intenda sostenere l’INSIEME dell’Industria dell’Aerospazio dell’Elettronica e della Difesa italiana che occupa oltre 120 mila persone, che già oggi per sopravvivere esporta nel suo insieme oltre l’80% della sua produzione e come operi per strutturare rapporti internazionali politici e industriali anche G2G con paesi esteri, per favorire le alleanze e la vendita dei prodotti e delle tecnologie italiane, come fanno molto bene, invece, i nostri competitori.
Il Governo ed il Ministro dello Sviluppo Economico – conclude la Fim – lo dovrebbero chiarire al sindacato e al paese, in un incontro che chiediamo sia convocato presto. Lo dovrebbe fare soprattutto dopo la giornata di oggi, costruita in pompa magna, per evitare che il tutto si dimostri solamente l’ennesima grande kermesse politica di parte e una fragorosa “marchetta” da campagna elettorale di sapore amaro, antico e stantio di cui i lavoratori ed il paese intero non hanno assolutamente bisogno.