Circa 15mila tra iscritti e simpatizzanti della Cisl, provenienti dal tutta la Campania
(200 i pullman partiti dalle altre province), si sono riuniti stamattina sotto gli Uffici della Regione, in
via Santa Lucia per chiedere con forza risposte concrete in tema di Sanità e di Sviluppo.
«Nessun dorma – ha avvertito Lina Lucci, Segretario Generale Cisl Campania nel suo intervento
conclusivo. – E’ il tempo della responsabilità di tutti, a cominciare dalla Regione Campania, dalle
Province e dai Comuni.
A Caldoro chiediamo risposte concrete su Sanità e Sviluppo, un timing delle cose da fare per
affrontare le vertenze e garantire i servizi essenziali ai cittadini, la rapida definizione delle scelte da
compiere e una tempistica per arrivare alle soluzioni, altrimenti la mobilitazione continuerà su tutto
il territorio regionale.
Basta con il continuo rincorrere le crisi e rimandare i tavoli, occorre prevenire che le aziende
vadano in difficoltà con un piano per lo sviluppo serio e concertato.
E basta con l’assenza di risposte in tema di sanità e liste pluriennali di attesa per una visita
medica, con i cittadini sempre più spesso costretti a spostarsi fuori regione per farsi curare,
nonostante paghino le addizionali più alte d’Italia.
La Campania deve tornare ad essere la Regione guida del Mezzogiorno d’Europa. La Cisl
Campania fa il sindacato, difende e tutela gli interessi dei cittadini, dei lavoratori, dei pensionatil di
chi cerca un lavoro e delle famiglie.
Altri, invece, confondono i ruoli: alla Uil chiediamo di uscire dall’ambiguità tutta regionale che non
consente di perseguire sul territorio l’azione comune che Cisl e Uil hanno sul piano nazionale; la
Cgil, dal canto suo, smetta di inseguire le fanfaluche della politica e si occupi dei problemi seri e
reali che ci sono, senza rimandare sempre tutto al piano nazionale.
Non si può più delegare a Roma le scelte che vanno compiute partendo da qui, da Napoli e dalla
Campania. Questo tempo richiede un’azione comune e responsabile da parte di tutti: sindacati,
imprenditori, Istituzioni. La Cisl c’è e la partecipazione di oggi è un segnale forte per tutti.
Se arriveranno in tempi certi le risposte attese bene, altrimenti la mobilitazione continuerà per
tenere il fiato sul collo di chi ha la responsabilità delle sorti di questa Regione, con lo spirito che è
da sempre quello della Cisl: puntare a costruire e a trovare soluzioni, evitando proteste fini a se
stesse che non servono a nessuno.
Al Presidente Caldoro diciamo: hai condiviso con noi l’analisi delle emergenze, la definizione delle
strategie e degli obiettivi, ora è il tempo di dare risposte concrete» – ha concluso Lucci.
Sui temi della Sanità la Cisl ha chiesto in particolare: la riorganizzazione della rete ospedaliera, la
rimodulazione dei ticket secon do criteri di progressività del reddito, una legge per l’istituzione del
fondo per la non autosufficienza e la relativa copertura finanziaria, la valorizzazione e il
potenziamento del ruolo e delle funzioni dei distretti e dell’intera rete dei servizi territoriali,
l’integrazione funzionale ed operativa delle politiche socio-sanitarie, un piano di lotta agli sprechi e
alle diseconomie, una corretta politica per il personale e la stabilizzazione del personale precario,
una maggiore regolarità dei flussi economici verso le aziende private per assicurare la
salvaguardia dei livelli occupazionale, la ripartizione secondo criteri equi del fondo sanitario
nazionale.
In tema di Sviluppo: un tavolo per individuare in maniera condivisa gli investimenti da effetturare
entro il 31 dicembre utilizzando l’1,3 miliardi di fondi europei (il Cipe impone alla Campania di
provvedere alla indicazione degli obiettivi di spesa giuridicamente vincolati entro il 30 maggio), una
Conferenza per lo Sviluppo per determinare una piattaforma complessiva di interventi, lo sblocco
dei contratti e degli accordi di programma, l’accelerazione della programmazione per l’utilizzo dei
fondi strutturali europei, il sostegno all’economia, ai comparti produttivi più competitivi (puntando
su ricerca e innovazione), il rilancio dell’economia culturale, dell’artigianato e del turismo, la
realizzazione di opere materiali e immateriali per migliorare la mobilità delle persone e delle
merci.