Cisl Nazionale

Gigi Sbarra, Fai nazionale: per l’agroalimentare serve politica pubblica che miri a difendere il lavoro di qualità

“Il Mezzogiorno ha un motore formidabile, un motore che lo ha sostenuto in questi anni di dura crisi e che presenta ancora enormi margini di miglioramento”. E’ quanto ha affermato Gigi Sbarra, segretario generale della Fai Cisl nazionale intervenendo oggi al Consiglio generale della categoria provinciale che ha eletto  Francesco Fattoruso  segretario generale, alla presenza anche del segretario confederale e commissario della Cisl Campania Piero Ragazzini, del segretari generale campano Raffaele Tangredi e del segretario generale della Cisl partenopea Gianpiero Tipaldi. “Questo motore è l’agroalimentare: un sistema che macina coesione, valore aggiunto, esportazioni e occupazione in corrispondenza delle aziende che investono sul lavoro di qualità – ha proseguito Sbarra –  Se per la prima volta da dieci anni il Sud è cresciuto più del resto del Paese (il Pilmeridionale registra una crescita dello 0,8%, contro lo 0,5% del Centro-Nord) lo si deve proprio aun’agricoltura e ad una trasformazione di eccellenza, comparti ormai strettamente integrati che vivono di tipicità e territorialità. E che, nonostante i mille problemi, hanno saputo crescere, in termini economici del 7,3 per cento (1,6 la media nazionale)”.  Tra le Regioni che hanno avuto gli andamenti migliori anche la Campania, con aumenti del valore della produzione superiori al 40%. Particolarmente significativa è la dinamica dell’occupazione giovanile, cresciuta nel settore agroalimentare meridionale del 12,9%. Anche il peso dell’imprenditorialità giovanile agricola è in evidente crescita: quasi 20 mila imprese il saldo positivo al Sud nei primi mesi dell’anno scorso. Insomma, agricoltura e trasformazione sono per il Sud, e di conseguenza per l’Italia, settori imprescindibili. Che peraltro presentano alte potenzialità ancora inespresse.” Per questo per Sbarra servono “investimenti che stimolino aggregazioni ed economie di scala tra imprese altrimentiancora poco internazionalizzate. Una sfida che assume importanza strategica in vista dei grandi accordi commerciali intercontinentali che si affacciano all’orizzonte. E poi occorre un utilizzo pieno, specchiato e virtuoso delle risorse europee, di quella Politica agricola comune  che va riformata con forti clausole a sostegno del lavoro di qualità e dell’occupazione aggiuntiva; ma anche di Psr (programmi di sviluppo rurale) davvero concertati e orientati su obiettivi di innovazione e dignità del lavoro. Serve, soprattutto – ha concluso – una politica pubblica che miri a difendere il lavoro di qualità. Per questo torniamo a chiedere al Governo, anche da questa sede, uno scatto verso la piena attuazione della Legge contro il caporalato, con l’attivazione effettiva sui territori e a livello nazionale della Rete del qualità e della Cabina di regia”.

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