“Che la strategia messa in campo da Marchionne, resa possibile anche dall’accordo per Pomigliano del 2010, sia stata vincente oggi lo riconoscono tutti, non solo gli ipercritici detrattori dell’epoca, ma pure chi, ancora oggi, da una parte critica e dall’altra cerca di inserirsi nel governo del processo di rinnovo di FCA – è quanto afferma Giuseppe Terracciano Segretario Generale della Fim Cisl Campania – Il nuovo piano industriale del giugno scorso è certamente ambizioso, volto a fare ulteriori passi avanti e, per quello che ci riguarda come Campania, prefigura incisivi cambiamenti sia a Pomigliano che ad Avellino, al passo con quanto avviene, più in generale, nel mercato dell’auto., ma serve per le nuove sfide che si devono affrontare sul piano delle necessarie alleanze internazionali, perché Fca oggi è troppo grande per chiudere, ma troppo piccola per restare da sola sul mercato globale. Per Pomigliano, quindi, una nuova sfida da affrontare e vincere, con cambiamenti funzionali ad incrementare la redditività dello stabilimento, con il previsto passaggio, anche se non nell’immediato, dalla Panda ad una vettura di segmento alto, quindi con maggiore tecnologia e valore aggiunto. Oggi come ieri, però, bisogna guardare avanti e, come Fim Cisl Campania, riteniamo quindi che il passaggio dalla Panda alla nuova vettura debba necessariamente passare attraverso una riconsiderazione e ricalibratura di questi ed anche nuovi strumenti, ovviamente a partire dagli investimenti necessari.
Per la Fca di Avellino – prosegue Terracciano – abbiamo sollecitato l’apertura di un tavolo, perché è evidente che il passaggio all’elettrico, programmato dal Piano Industriale, costringerà lo stabilimento di Pratola Serra ad una riconversione produttiva che da organizzare per tempo, così da evitare vuoti e salti nel buio.
Ecco la ragione per la quale, anche se la produzione della Panda dovrà proseguire ancora per qualche tempo, così come la produzione di motori, come Fim Cisl riteniamo che la discussione per configurare con maggiore precisione il futuro vada iniziata da subito, che quindi per Pomigliano si sciolga al più presto il nodo del modello da assegnare al G.B. Vico; se ne valuti la congruità nella saturazione dell’organico; si valuti quindi se necessaria, come noi crediamo, l’assegnazione allo stabilimento di una seconda vettura; si definiscano gli investimenti indispensabili sia in termini qualitativi che quantitativi; si rivedano organizzazione e modalità del lavoro, occorre un ulteriore coinvolgimento delle maestranze a tutti i livelli, capi e dirigenti compresi;
per Avellino si chiarisca il quadro, attualmente molto nebuloso.
Ci apprestiamo quindi a gestire una stagione nuova e molto impegnativa, nella quale oltre ad azienda e sindacati, sono chiamate a fare la loro parte anche le Istituzioni, definendo una politica industriale per le rispettive competenze che favorisca il piano in termini economici, progettuali e anche infrastrutturali.