Niente stipendio per i lavoratori, raccolta dei rifiuti a rischio paralisi ad Angri, Baronissi, Bracigliano, Calvanico, Castel San Giorgio, Cava de’ Tirreni, Corbara, Fisciano, Mercato San Severino, Nocera Inferiore, Nocera Superiore e Pagani. Ezio Monetta della Fit Cisl provinciale: “Le istituzioni tutelino le maestranze del Consorzio di Bacino Salerno 1”.
Niente stipendio ai lavoratori, raccolta dei rifiuti a rischio paralisi nelle città di competenza del Consorzio di Bacino Salerno 1. A denunciarlo sono le organizzazioni sindacali della Fit Cisl di Salerno e della Cgil Fp provinciale che, in una lettera inviata anche al governatore della Regione, Vincenzo De Luca, parlano dell’impossibilità da parte del Consorzio di continuare la normale attività di raccolta con le inevitabili ripercussioni sulla salute pubblica dei territori di Angri, Baronissi, Bracigliano, Calvanico, Castel San Giorgio, Cava de’ Tirreni, Corbara, Fisciano, Mercato San Severino, Nocera Inferiore, Nocera Superiore e Pagani. «Chiediamo un intervento immediato sulle problematiche denunciate», ha spiegato Ezio Monetta, segretario della Fit Cisl di Salerno, che insieme al collega della Fp Cgil provinciale, Leonardo Tortora, porta avanti la battaglia dei lavoratori. «L’origine di tali problematiche è da attribuire alla forte esposizione finanziaria causata dalla morosità del Comuni, soci del Consorzio, di circa 45 milioni di euro, che nonostante i vari procedimenti avviati e definiti in sede giudiziale, non erogano le risorse per i servizi ricevuti. Paradossale e incredibile è il pretesto di alcuni enti che, per l’irregolarità del Durc, giustificano le ulteriori inadempienze nel pagamento dei servizi correnti garantiti dal Corsorzio in modo ottimale e funzionale».
Nella lettera invita alle istituzioni, i sindacalisti chiariscono anche che la regolarità del Durc nel pagamento tra gli enti pubblici non sarebbe obbligatorio e, pertanto, le ulteriori mancanze nel pagamento dei servizio, sarebbero secondo le parti sociali «pretestuose, scorrette e illegittime». La grave crisi economica ha portato la società a non riuscire a garantire l’efficienza delle attrezzature e strutture, il pagamento di forniture essenziali come quelle relative a gasolio, assicurazioni, manutenzioni e noleggi, nonché il pagamento delle retribuzioni dello scorso mese di aprile alle maestranze. «Già cinque veicoli sono stati riconsegnati. Siamo preoccupati per le ripercussioni di un eventuale blocco spontaneo dei servizi”, ha concluso Monetta. “Per questo chiediamo l’intervento delle istituzioni. Mettano in atto azioni risolutive per il bene della popolazione, dei lavoratori e dell’immagine del territorio”.