Centri per l’impiego: da Napoli parte la vertenza
La denuncia: “1 su 3 chiede lavoro a parenti o amici”
“Una persona su tre nel nostro Paese per cercare lavoro si deve rivolgere a parenti o amici. E non ai centri per l’impiego. Questo, ci riporta al Medioevo”. Il commissario nazionale Cisl Fp Maurizio Petriccioli dal parlamentino della Camera di Commercio di Napoli lancia la vertenza per difendere chi deve aiutare gli altri a cercare lavoro: il personale dei Centri per l’Impiego. La questione dei lavoratori dei centri per l’impiego è stata al centro del convegno dal titolo ‘Quale futuro dopo il Referendum?’ che si è tenuto nel piccolo parlamentino della Camera di Commercio di Napoli. La questione è emersa il 29 aprile a seguito di una iniziativa dei lavoratori campani che per avere chiarezza dal Governo, hanno scelto di lavorare nel loro giorno di riposo. I ‘no’ al Referendum avrebbero dovuto trasferire le competenze dei Cpi all’Anpal, ma ciò non è avvenuto e adesso il personale si ritrova sul portale di mobilità né alle dipendenze delle province né delle Regioni, dunque chiedono di capire chi sia il loro datore di lavoro. “Il personale dei centri per l’impiego di tutto il Paese è ridotto all’osso ma garantisce comunque servizi in un quadro di incertezza – spiega Petriccioli – Ma oggi molti di loro svolgono ruoli amministrativi e questo impedisce di ricollegarsi ai cittadini e alle imprese ed essere concretamente quella cerniera di cui si ha necessità. L’attuale situazione che si è creata non ci aiuta migliorare il nostro mercato del lavoro lontano anni luce dal resto dell’Europa”. “Siamo partiti dalla Campania perché questa Regione necessita urgentemente di politiche attive del lavoro per abbassare i costi delle politiche passive (ammortizzatori sociali) – spiega Doriana Buonavita, commissario Cisl Fp Campania – Occorre generare quel dialogo necessario tra istituzioni e parti sociali per definire una governance che si faccia carico della moltitudine di disoccupati e cassintegrati che contribuiscono ad alimentare il degrado dello stato sociale della nostra Regione”. Presente al convegno anche Piero Ragazzini, segretario confederale e commissario Cisl Campania che si è soffermato proprio sulle politiche attive del lavoro e sul Protocollo siglato con la Regione. “Strumento importantissimo – ha detto – che ora bisogna riempire di contenuti e che contiene cinque priorità a partire proprio dallo sviluppo e dall’occupazione. Perché creare lavoro è senz’altro il miglior antidoto contro ogni forma di populismo. Occupazione – ha proseguito – che deve essere stabile e sostenuta da una crescita complessiva dell’attività economica, incentivata con strumenti adeguati e non forzata attraverso espedienti di breve durata.”