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CdS POR FSE Campania 2007-2013 del 24 giugno 2014

Si è tenuto il 24 giugno 2014 il Comitato di Sorveglianza del POR FSE Campania 2007-2013, cui hanno partecipato il neo Capo Unità FSE Italia della Commissione Europea, Denis Genton, la rappresentanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’Assessore Regionale al Lavoro, Severino Nappi, l’Autorità di Gestione del POR FSE, Giuseppe Carannante, ed il Presidente del Tavolo di Partenariato Economico e Sociale della Campania, Luciano Schifone.
In apertura, l’AdG Carannante ha illustrato i punti salienti del Rapporto Annuale di Esecuzione 2013 a cominciare dallo stato di avanzamento del Programma, riassunti di seguito:

  •  Impegni  giuridicamente  vincolanti:  669,5  milioni  €  (pari  al  77,13%  della  dotazione complessiva del Programma);
  •  Pagamenti: 445,5 milioni € (51,33%);
  •  Certificazioni: 439,5 milioni € (50,63%).

A tal proposito ricordiamo che il Programma è stato oggetto di 2 riprogrammazioni, che ne hanno ridotto la dotazione a 868  milioni  €  (a fronte dei 1. 118  milioni  €  iniziali).

Carannante ha voluto sottolineare, in particolare, la performance registrata nei pagamenti (+150 milioni € dal 2012 al 2013) ed il livello raggiunto nel rapporto tra pagamenti e certificazioni, pari al 97%, frutto della scelta di massimizzare l’investimento in termini di anticipazione di cassa.

Il Capo Unità Genton ha dato atto di una certa reattività del Programma e, in merito alle riprogrammazioni intervenute, ha confermato che il Fondo Sociale Europeo è uno strumento flessibile capace di adattarsi alle esigenze contingenti.

Si è però detto preoccupato del differenziale ancora troppo ampio tra spese impegnate e pagamenti. Ciò nonostante ha rassicurato sul fatto che la Campania riuscirà a superare il rischio di disimpegno automatico delle risorse non spese.

L’Autorità di Gestione ha dunque presentato lo stato di attuazione aggiornato al 31/05/2014:

  • gli impegni sono saliti a 743 milioni €.
    Se dovesse essere approvata l’ultima riprogrammazione proposta, del valore di 80 milioni € (con conseguente ulteriore riduzione della dotazione complessiva del POR FSE a 788 milioni €), il Programma si potrà considerare praticamente concluso dal punto di vista degli impegni giuridicamente vincolanti;
  •  i pagamenti sono passati a 551 milioni €;
  •  le certificazioni si attestano a 466 milioni €.

Nel dettaglio degli interventi più significativi (per gli approfondimenti su tutte le azioni attivate leggi il Rapporto Annuale di Esecuzione 2013:

  1. la nuova proposta di riprogrammazione prevede iniziative destinate al collocamento di persone comprese tra 30 e 49 anni;
  2. Credito di imposta. Sono pervenute 3.926 domande di finanziamento, per una richiesta complessiva di 125 milioni €.
    Di questi, ad oggi sono stati erogati 43 milioni €. Le assunzioni effettuate finora mediante tali incentivi ammontano a 4.864;
  3. Microcredito.  Attraverso  il  primo  bando  sono  state  ammesse  a  finanziamento  1.252 domande per una richiesta complessiva pari a 30 milioni €.
    Al secondo avviso sono state ammesse 935 domande, per un importo di 23 milioni €.
    A ciò si aggiunge un Fondo destinato ai piccoli Comuni campani (fino a 5.000 abitanti), al fine di rendere coerenti le iniziative finanziate dal POR FSE con le strategie di sviluppo degli Enti Locali.
    Al tavolo abbiamo chiesto l’elenco dei Comuni che hanno aderito al bando e la specifica delle iniziative che si intendono realizzare.

Il Capo Unità Genton ha evidenziato gli inizi difficili e complessi che ha scontato il POR FSE Campania ed ha apprezzato la volontà di evitare le difficoltà incontrate in passato.
Benché al 31 maggio u.s. ci siano stati degli ulteriori progressi, ha rimarcato che il differenziale con gli obiettivi da raggiungere è ancora ampio.

In riferimento all’ultima proposta di riprogrammazione, ha affermato che essa è stata ben concepita e che entro la metà di luglio la Commissione si pronuncerà in merito.

Per quel che riguarda le iniziative relative all’Asse III – Inclusione Sociale, ha giudicato troppo modesto il solo Servizio Regionale di Mediazione Culturale: la Commissione ripone aspettative ben più importanti sul tema.

Come Cisl abbiamo constatato il livello di avanzamento del Programma, ma allo stesso tempo abbiamo denunciato la scarsa qualità delle misure approntate, che non hanno fatto registrare risultati tangibili in termini di crescita del PIL e di incremento dei livelli occupazionali per la nostra regione (leggi le osservazioni che abbiamo consegnato in occasione della riunione). Nessuna azione –  pur rilevante dal punto di vista quantitativo –  può dirsi realmente efficace se non tiene conto di questi due parametri, fondamentali per lo sviluppo di un territorio. Pena il reiterarsi di un inaccettabile spreco di risorse pubbliche.

In particolare, abbiamo posto l’accento sulle seguenti criticità:

  1. la mancanza di informazioni utili a comprendere la reale ricaduta delle iniziative avviate, al fine di poter incidere concretamente sulla programmazione regionale in materia di lavoro ed orientare al meglio l’offerta (ad es. quanti percorsi formativi, politiche attive, tirocini, etc. si sono tramutati in occasioni di lavoro; quali i settori produttivi che hanno espresso una maggiore domanda; la tipologia e la durata dei corsi di formazione; quali i titoli di studio prevalenti dei soggetti interessati);
  2. l’endemico ritardo dell’Asse II – Occupabilità, che invece rappresenta il fulcro delle attività del Fondo Sociale e dovrebbe essere sfruttato adeguatamente per provare a fornire risposte all’emergenza occupazionale che sta vivendo la Campania, attraverso interventi che mirino a destrutturare i fenomeni dilaganti di disoccupazione, in particolare tra gli over 45 che costituiscono la “categoria” maggiormente colpita dalla crisi economico-finanziaria di questi anni;
  3. il fallimento delle politiche attive del lavoro. Non è accettabile che, a fronte di 470 mila disoccupati (secondo le ultime stime Istat) – cui vanno aggiunti gli inattivi e coloro che svolgono attività sommerse –, in 7 anni siano stati appena 68 mila i destinatari delle “Misure di contrasto alla crisi economico-occupazionale” avviate con il FSE.

 Un risultato che  scaturisce  dall ’assenza di un rea le confronto di merito con le parti sociali per individuare la domanda ed i settori verso cui dirigere quelle politiche.

Ne è un esempio la scelta – operata dalla Regione in assenza di qualsivoglia concertazione – di avviare percorsi formativi per “Animatore sociale” e “Tecnico dell’accoglienza sociale” senza alcuna analisi di settore e/o la verifica della sovrapposizione con profili professionali già esistenti.

Tali iniziative, piuttosto, dovrebbero puntare alla elevazione degli standard professionali dei lavoratori impegnati nelle attività di cura e assistenza alla persona, anche al fine di incidere sul modello di ascensore sociale.

  1. la necessità di condividere interventi finalizzati a:
  • incidere in maniera stabile sulla riduzione del costo di lavoro;
  • creare reti efficaci tra scuole, Università, Enti Bilaterali e imprese per sviluppare azioni e sperimentare innovazioni di processo e/o di prodotto collegate al tessuto produttivo della Campania;
  • emersione e certificazione delle competenze, anche attraverso una sperimentazione per la costituzione di una Banca dati/Albo delle professioni cui possano attingere le aziende locali.

L’ Assessore Nappi ha considerato significativo il malcontento emerso nel corso del confronto.

A tal proposito, ha voluto però ricordare che il Programma è nato con non poche difficoltà e che la Regione si è impegnata a trasformare un inizio complicato in una vera “politica di sistema”.

Ha dichiarato che il P.O. ha raggiunto anche un buon livello di qualità della spesa, attraverso politiche che puntano alla crescita delle persone, e che la richiesta (in primis della Cisl) di prevedere l’integrazione tra Fondi è stata sperimentata per le aree di crisi.

Ha infine ribadito che la Regione ha scelto di promuovere interventi che prevedessero l’integrazione tra il mondo della scuola e il Mercato del Lavoro.

In conclusione dei lavori, Genton ha richiamato la necessità di rafforzare il lavoro fatto, considerati anche i correttivi richiesti dalla Commissione Europea e confidando in ulteriori miglioramenti in vista della fine del 2014.

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