Comunicati Stampa

Campania. Lunedì presidi e assemblee per la sanità, poi se non arrivano risposte sarà mobilitazione generale

Sede Regione Campania

Lunedì 7 marzo la Cisl avvierà presidi presso le Asl e assemblee nei luoghi di
lavoro del settore sanitario per denunciare l’assenza di un confronto reale sui piani attuativi, che
sono lo strumento per tradurre dalle parole ai fatti la riforma della sanità’ in Campania; garantire
elevati e qualificati livelli di assistenza e rientrare dal debito.
La Cisl richiama alla responsabilità tutti i livelli decisionali, politici ed istituzionali, Regione,
Provincia, Comune e Ambiti, che troppo spesso hanno fatto della riorganizzazione territoriale
dell’assistenza un vero e proprio terreno di scambio di interessi politici e campanilistici.
È veramente intollerabile l’assenza di azioni concrete di riorganizzazione e di efficientamento delle
strutture ospedaliere in presenza di sacrifici chiesti alle famiglie di lavoratori e pensionati costretti a
subire contemporaneamente un forte inasprimento della tassazione locale e l’ ulteriore
abbassamento dei livelli di protezione e di qualità’ dell’assistenza.
È questa la linea emersa a margine di una riunione con le segreterie territoriali e di categoria della
Cisl in Campania tenutasi stamattina.
Il continuo avvicendamento dei subcommissari, il continuo rimpallo di responsabilità tra i livelli
dirigenziali delle Asl e delle AAOO, la mancata attuazione di una reale rete di assistenza sul
territorio, infatti, hanno determinato che gli impegni finora assunti dal Presidente Caldoro non si
siano tradotti in azioni coerenti, a fronte dei sacrifici che la Cisl e i lavoratori hanno condiviso e
immediatamente reso disponibili per senso di responsabilità.
Continuano a mancare, inoltre, interlocutori stabili con cui confrontarsi, non c’è un governo reale
del sistema, le azioni messe in campo sono tutt’altro che tempestive e concrete.
È per questo che la Cisl Campania ha deciso di avviare azioni che vedranno immediatamente
protagoniste le Cisl locali e di categoria, e a seguire la mobilitazione generale».

 

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