Cgil, Cisl e Uil Campania valutano in maniera assai negativa il modus operandi
della Regione in merito alla finanziaria e al piano di stabilizzazione, su cui vi è stata un’audizione
stamattina.
Alle Organizzazioni sindacali, infatti, è stato reso disponibile un mero documento contabile da cui
non si evince nessuna progettualità, nessuna scelta strategica per avviare un rilancio economico
ed occupazionale della Regione.
Non è chiaro, infatti, se la Regione intende appostare e sotto quali voci le risorse necessarie al
cofinanziamento delle risorse del Fesr (1,3 miliardi di euro complessivi provenienti dall’Unione
Europea) per nuovi investimenti.
Gli stessi tagli, che potrebbero rispondere alla richiesta di ridurre gli sprechi più volte avanzata dai
sindacati, non è difendibile poiché non è possibile valutare se fanno capo a una precisa strategia o
a una impostazione meramente ragioneristica.
Del Piano di Stabilizzazione le uniche informazioni sono pervenute attraverso la stampa.
Cgil, Cisl e Uil Campania invitano, pertanto, la Giunta Regionale a modificare profondamente il
metodo di confronto su un atto fondamentale di pianificazione che, così come è attualmente
formulato, rischia di chiedere ulteriori sacrifici a cittadini e a lavoratori senza rendere palese a
fronte di quali benefici conseguenti.
Al Consiglio Regionale, invece, spetta un ruolo essenziale, che coinvolge tutte le parti politiche le
quali devono provvedere a fare fronte comune verso il Governo Nazionale al fine di avere precise
garanzie che la Campania riceverà tutte le risorse che le spettano.
È questo un segnale di responsabilità tanto più necessario in quanto, come emerge rispetto a una
prima ripartizione del fondo per la sanità, quando si parla di risorse vi è una tendenza ingiustificata
e ingiustificabile a privilegiare il Nord rispetto al resto del Paese.