Comunicati Stampa

Acqua, la Cisl Campania a De Magistris: ma quale privatizzazione?

Acqua, la Cisl Campania a De Magistris: ma quale privatizzazione? Sul maxi-emendamento al bilancio approssimazione o malafede 

“Apprendiamo dalle agenzie di stampa che il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è pronto ad azioni giudiziarie nei confronti della Regione Campania qualora intenda “far rientrare dalla finestra la privatizzazione dell’acqua”. Questa presa di posizione fa seguito ad alcuni articoli pubblicati in questi giorni nei quali si afferma che la Regione consegna per 36 mesi la gestione del Servizio idrico integrato ai privati. Non sappiamo se chi rilascia belle dichiarazioni,a partire dal sindaco di Napoli, abbia letto il testo del maxi-emendamento collegato alla Finanziaria regionale approvata nei giorni scorsi. Di sicuro, per la parte che riguarda il servizio idrico integrato,non è stata fatta una lettura attenta e documentata”. Ad affermarlo sono la Cisl Campania e la Femca Campania, che in una nota fanno chiarezza sul reale stato delle cose, “sperando che il contributo di fatti concreti che riportiamo possa essere di aiuto per la formazione di opinioni equilibrate”.
In Campania ci sono decine e decine di opere del Ciclo integrato delle acque (centrali di sollevamento, depuratori ecc.) che, con l’entrata in vigore della Legge 36/94 dovevano essere trasferite agli Enti d’ambito (Ato) individuati ai sensi della Legge regionale 14/97 .
Tutte le Giunte regionali che si sono succedute almeno dal 1994 ad oggi non hanno provveduto a tale adempimento perché hanno preferito la pratica degli appalti a ditte private con enorme danno economico per la Regione e, di conseguenza, per i cittadini.
C’è un particolare che tutti dimenticano: sulle opere in questione, che le Giunte hanno dato in appalto, sono occupati oltre 800 lavoratori che da questo impiego traggono sostegno per oltre 800 famiglie.
Nel giugno del 2013 la Regione Campania emana la Delibera numero 172 che dispone finalmente il trasferimento di queste opere, ma (udite, udite) senza prevedere la necessaria salvaguardia occupazionale per i lavoratori addetti!
Da allora ad oggi la mobilitazione del sindacato e dei lavoratori è stata forte, con presìdi presso la Regione Campania e presso alcuni impianti, con iniziative nel corso delle quali non sono mancati momenti di forte tensione.
Agli inizi dello scorso aprile viene siglato un accordo tra Regione Campania, Commissari degli Ato 2-3-4, Gori Spa e sindacato.
La Gori ha posto la propria firma perché l’intesa giungeva a conclusione di una dura vertenza come quella che ha interessato i lavoratori della Centrale di Cercola, ubicata nell’Ato 3 il cui gestore unico è Gori.
L’accordo in questione è finalizzato esclusivamente alla salvaguardia occupazionale per i lavoratori dipendenti dalle ditte che operano in appalto – per conto della Regione Campania – sulle opere da trasferire agli Ato in virtù della Delibera 172/2013, e prevede che :

  • la Regione Campania individui,con propri decreti, i soggetti cui affidare per 36 mesi la gestione delle opere da trasferire. L’individuazione viene fatta tra i Gestori già operanti nei singoli Ato. Al termine dei 36 mesi l’affidamento del servizio sarà effettuato nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie vigenti;
  •  i lavoratori addetti alle singole opere sono assunti per 36 mesi dai gestori ai quali sono affidate le rispettive opere. Al termine dei 36 mesi viene affrontata la stabilizzazione dei lavoratori previo confronto tra Regione, Ato, gestori e sindacato;
  • durante i 36 mesi, la Regione Campania pagherà il servizio fornito mediante i proventi da tariffa per i servizi di captazione e adduzione delle risorse idriche nonché per i servizi di collettamento delle acque reflue. La Regione ,quindi,non pagherà più mediante appalto, con grande risparmio per le risorse pubbliche.

“Il contenuto di questo accordo – prosegue la Cisl – è stato riportato fedelmente nel maxi-emendamento, per cui ci chiediamo come si possa sostenere che il servizio idrico è trasferito per 36 mesi ai privati o che il maxi-emendamento sia il preludio alla privatizzazione dell’acqua. Ma quale privato si accontenterebbe di gestire solo per 36 mesi un servizio che di norma è regolato da affidamenti multi decennali?
Vogliamo sperare che questa confusione sia dovuta a una lettura insufficiente o forzata del maxi-emendamento. Se così non fosse, saremmo costretti a parlare di faziosità o malafede e in questo caso non esiteremo a denunciare i comportamenti di chi intende affrontare con leggerezza quello che è un problema dai forti risvolti sociali.
A De Magistris, come sindaco o magistrato, chiediamo: che ne pensa di lavoratori che per 20 o 30 anni sono stati alla mercé di un appalto da rinnovare o di stipendi che arrivano dopo mesi e mesi? Se vuole – conclude la Cisl Campania – possiamo incontrarci, così gli spieghiamo come funziona questo aspetto del Servizio idrico integrato nella speranza che possa fare un nuovo comunicato dai contenuti più vicini alla realtà”.

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