Lavoro, Ragazzini: Cisl pronta a “patto” per il lavoro dei giovani proposto a Napoli da Cei. Prolungare bonus occupazione per il Sud fino al 2020. Servono azioni di contrasto all’abbandono scolastico
“La Cisl è pronta a fare la propria parte nel “patto” di collaborazione proposto dal Cardinale Crescenzio Sepe e dai Vescovi delle regioni del Sud per dare risposte ai gravi problemi occupazionali del Mezzogiorno d’Italia”. Lo ha detto oggi il Commisario della Cisl Campania, Piero Ragazzini intervenendo a Napoli al Convegno “Chiesa e lavoro-Quale futuro per i giovani del Sud?”, che vede la partecipazione di oltre cento vescovi di Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. “Creare lavoro deve diventare la priorità. Sapendo che si deve trattare di una occupazione stabile sostenuta da una crescita complessiva dell’attività economica, incentivata con strumenti adeguati e non forzata attraverso espedienti di corto respiro”-ha ricordato il sindacalista. “La Cisl nelle scorse settimane ha elaborato un proprio Manifesto per la Persona e per il Lavoro articolato in quattro assi strategici: il primo è quello dellePolitiche redistributive a favore delle aree medio basse, mettendo mano alla Riforma dell’Irpef; il secondo, che la Cisl considera prioritario, riguarda la Politica industriale; il terzo asse interessa la Politica di riequilibrio e risanamento nei territori per invertire la drammatica deriva dell’economia e del lavoro nel Meridione. Sono necessarie ed urgenti inoltre linee operative che prevedano di prolungare a tutto il 2020, il Bonus occupazione per il Mezzogiorno per i giovani fino a 24 anni. Ed infine – dice Ragazzini – una questione decisiva per i giovani del Sud è rappresentata dalle Politiche attive del lavoro, che la Cisl vede sempre più intrecciate al tema delle Politiche per l’Istruzione”.
“Da questo punto di vista vanno poste in campo azioni di contrasto all’abbandono scolastico e universitario con percorsi di recupero per raggiungere una qualifica e inoltre intervenire sui tirocini extracurriculari, quelli che i nostri giovani (circa 400.000) fanno al termine di una laurea o di un diploma, come primo contatto con il mondo del lavoro e che, purtroppo oggi, spesso mascherano un lavoro sottopagato a 3-400 euro al mese. Per tutti questi motivi bisogna elevare i contenuti formativi ed esperienziali, prevedendo un “certificato di qualità” per le imprese che “usano” i giovani correttamente. Inoltre occorre progettare la Fase 2 di Garanzia Giovani che – conclude Ragazzini – facendo tesoro delle criticità della prima Fase, arrivi ad una assistenza più matura con servizi per l’impiego finalmente decollati e con criteri più omogenei sul territorio”.