Perché NO
Una premessa è d’obbligo: tendere la mano a chi è in difficoltà è sempre un dovere oltre che apprezzabile e condivisibile. E quindi anche la proposta lanciata dal direttore generale della Soprintendenza di Pompei Massimo Osanna durante la stipula del «patto d’amicizia» tra Pompei e Nola può, in teoria, avere un suo valore. Peccato però, che non sia praticabile.
Mi spiego meglio: perché il direttore si mostra caritatevole con i profughi e non, ad esempio, con gli immigrati che abbiamo già sul territorio e che sono letteralmente consegnati nelle mani della criminalità organizzata per la totale assenza delle istituzioni? Bisogna essere chiari, anche a costo di apparire politicamente scorretti: è un gravissimo errore giocare con la solidarietà. Lo Stato deve dare risposte ai richiedenti asilo, ci mancherebbe, ma dobbiamo evitare di peccare di qualunquismo.
Insomma, premettendo di pensarla diversamente dal leader della Lega Matteo Salvini, come la mettiamo con le famiglie ridotte in povertà? Per non parlare del paradosso dei dipendenti pubblici, ai quali non viene rinnovato il contratto da ben sette anni. Se c’è un problema di organico a Pompei, allora Osanna si attivi per avviare subito procedure di mobilità. Si potrebbe cominciare dal personale delle ex Province. Rispetto e serietà sono d’obbligo quando si affrontano tragedie sociali come quella dei richiedenti asilo. Ma dichiarazioni caritatevoli a cui è difficile dare seguito proprio non sono accettabili.