LO SCENARIO
I piani di rientro sono stati uno strumento piuttosto efficace sul fronte del disavanzo economico (per la prima volta, dopo 4 anni di austerità, la Sanità campana ha chiuso con un avanzo di gestione di circa 6 milioni di euro), molto meno sul fronte della riqualificazione dei servizi sanitari e, quindi, della garanzia dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea).
Da un’analisi della Cisl che ha incrociato i dati di diversi rapporti sull’appropriatezza del livello delle prestazioni sanitarie in Campania (Tavoli di verifica ministeriali per il Piano di rientro e la verifica dei Lea, rapporto Bankitalia, rapporto Osserva Salute 2013, Osservatorio civico sul federalismo in sanità – Rapporto 2013 Cittadinanzattiva) si evidenzia come, nonostante l’obiettivo principale del nostro Servizio Sanitario Pubblico sia quello di garantire uniformemente su tutto il territorio nazionale il diritto alla salute dei cittadini, il sistema e le istituzioni appaiano prevalentemente concentrati sul rigore dei conti e non altrettanto sulla garanzia e l’effettività dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza sul territorio.
Tagli lineari alle risorse e ai servizi, aumento del prelievo dalle tasche dei cittadini in termini di tassazione e ticket e politiche sanitarie deboli sembrano le soluzioni che con più facilità in questi anni sono state messe a punto da Governo e Regione. E il tradizionale divario tra realtà del nord e del sud persiste in modo marcato, soprattutto nell’erogazione dei servizi.
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