Femminicidi, disparità salariale, molestie nei luoghi di lavoro, discriminazioni, precarietà: è ancora lungo il cammino che le donne devono percorrere per vedere riconosciuti i loro diritti.
A livello nazionale Cgil, Cisl e Uil oggi hanno deciso di realizzare una grande assemblea unitaria a Roma per ascoltare esperienze di delegate sindacali dei diversi contesti e riflettere insieme sulla contrattazione di genere, vera risposta e spinta al cambiamento. Perché è da qui che bisogna ripartire per l’affermazione dei diritti oltre che dall”ascolto delle esperienze e denunce di chi lavora nelle aziende . Purtroppo sono ancora tante le azioni da compiere per tradurre in realtà quei miglioramenti della condizione di vita delle donne che lavorano, nella maggior parte dei casi, in maniera precaria, in settori poco qualificati e a fronte di un salario minore rispetto agli uomini. Basti pensate ai dati contraddittori di questi giorni che ,se da un lato ci consegnano un Mezzogiorno dove l’occupazione femminile nelle regioni del mezzogiorno è la più bassa d’Europa, ‘inferiore perfino a quella della Guyana francese’ e la Campania con Puglia, Calabria, e Sicilia si colloca nelle ultime quattro con valori del tasso di occupazione intorno al 30%, di circa 35 punti inferiori della media europea, è pur vero che è al Sud è alta la percentuale di aziende rosa in agricoltura, così come sempre il Sud, con Napoli , ha fatto registrare un aumento di imprese rosa nel 2018. Ciò a dimostrazione di quanto sia un vantaggio economico la leadership al femminile per vincere le sfide di un’azienda. La politica sia nazionale che locale non possono non tenerne conto. Le donne rappresentano una risorsa per lo sviluppo dell’economia del nostro paese. Ecco perché come Cisl continueremo a chiedere provvedimenti che traducano in realtà quello che da anni reclamano per lavorare con dignità, a cominciare dalle politiche di conciliazione lavoro-famiglia